Viaggio al centro del cervello, di Fabrizio Benedetti e Luca Morici
Le ricerche nell’ambito delle neuroscienze sono in continua evoluzione, e ora lo studio del cervello umano viene supportato dall’integrazione tra corpo umano e aggiunte artificiali, che consente di studiare meglio le dinamiche della nostra mente. Ma prima ancora delle tecnologie, sono le patologie, le disfunzioni, che da sempre ci aiutano a svelare come funziona la nostra mente. Per chi avesse desiderio di apprendere, o ripassare, i meccanismi di base del nostro cervello, Carocci editori ha appena pubblicato il graphic novel “Viaggio al centro del cervello”, scritto dal neurologo Fabrizio Benedetti insieme all’illustratore Luca Morici. Il libro consente a chiunque, anche a chi non è del campo, di approcciarsi alla materia, e scoprire cose inaspettate della mente umana.
Oltre il contenuto, è interessante il metodo di narrazione: un racconto a fumetti in prima persona dell’autore (il dottor Ben), che ci rende partecipe di alcuni suoi casi clinici reali che si fanno piccole storie. Prima di iniziare, il dottore ci avvisa che comprendere il cervello si fa particolarmente difficile “quando parliamo di psicologia, di emozioni e motivazione, di percezione e intenzione, di linguaggio e di dolore”.
Nello studio del dottor Ben conosciamo Maria, una donna affetta da demenza senile, e assistiamo in diretta alla fase di diagnosi della malattia con gli appositi test, e all’esame del funzionamento dei lobi prefrontali, quella parte del cervello che “nel corso dell’evoluzione umana è cresciuta a dismisura rispetto agli altri animali (…), quella dove si trovano funzioni particolarmente complesse, che nella loro globalità prendono il nome di funzioni esecutive”, che possono essere considerate “la vera essenza dell’essere umano, con la sua coscienza, volontà, intenzioni ed emozioni” ci spiega Ben.
Maria non riesce a categorizzare il mondo intorno a sé. Per lei è tutto è uguale, e ciò le impedisce di relazionarsi con l’esterno, così diventa sempre più spenta. Questo processo ad oggi non si può invertire, e la cosa più difficile, ma anche la più importante, è capire se lei, e le persone come lei che non riescono a comunicare, soffrano o no, e capire come aiutarle.
Poi c’è Anna, una ragazza trilingue che, dopo un intervento al cervello, nell’area che controlla il linguaggio, ha completamente dimenticato una delle tre lingue. Per quanto riguarda un’emozione complessa come il dolore, ci sono diversi casi. Agli estremi: Ferdinando, che non sente mai dolore fisico, e quindi non si protegge di fronte al rischio di ferirsi gravemente, e Bruno che ha perso un arto in un incidente ma continua a sentire dolore acuto proprio in quell’arto anche se non c’è, dimostrando come il dolore non sia nel corpo ma nel cervello. Alla fine Ben ci dice che è il cervello, con la sua grande complessità, che rende possibile la nostra coscienza della vita, ma ci dice anche che tra placebo, deformazioni prospettica, illusioni ottiche e tattili, il mondo non è sempre così come ci appare.
Articolo uscito a firma di Valeria Cecilia su Il Foglio, in terza pagina, nel mese di novembre 2023